venerdì 30 ottobre 2020

“Bargnun”, la prugna, che cresce solo qui, al riparo dal vento valdostano

 

Fin dalle prime tracce storiche, Camburzano viene subito descritta come un paese dove dalla natura, dai campi, si può ricavare poco: qualche sacco di canapa e pochissima meliga. Addirittura, nonostante il piccolo centro della Valle Elvo, ancora nel ‘900, avesse tantissime vigne, il vino prodotto viene definito “pessimo”.
Per la legge del contrappasso, però, a Camburzano crescono cose che, da altre parti, in tutto il resto del pianeta, non esistono. Sono le piante che producono il “Bargnun”, la prugna che proprio in questi giorni, i camburzanesi di oggi si apprestano a festeggiare e, soprattutto, celebrare.
Si tratta di un frutto dalla buccia viola e dalla polpa violacea, con uno spiccato retrogusto aspro, che con l’arrivo della bella stagione, riesce a crescere tranquillo, al riparo dai venti valdostani, grazie alla presenza dei monti alle proprie spalle.
Mentre gli uomini del paese, sono in giro per l’Italia a regalare al mondo la loro capacità di “minusiè”, di falegnami, le donne di Camburzano raccolgono i “Bargnun” e partono, con le gerle sulle spalle, per “esportare” il frutto nei paesi vicini e venderlo.
Prodotto tipico, merce di scambio, il “Bargnun”, da secoli, per secoli, ha anche sfamato la “sua gente”, grazie alla sua marmellata dal gusto unico, dolce e aspro assieme.





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