venerdì 31 luglio 2020

ZAFFERANO ,l'oro rosso di Coggiola

Zafferano, l’oro rosso di Coggiola.
La perseveranza e la passione di Enrico Covolo l'ha portato a bonificare dei terreni in Valle Sessera e a coltivare lo zafferano. E' stato un successo
Cultura, competenza, passione, amore per la propria terra, curiosità, perseveranza, visione: questo ho pensato di Enrico Covolo dopo averlo incontrato a Coggiola, il suo paese di 1.800 abitanti nella Valle Sessera, in provincia di Biella.
Ingegnere informatico, appena laureato si iscrive ad Agraria per avere anche le basi per coltivare le sue passioni in campo agricolo. Oggi divide il suo tempo tra l’attività di progettista di sistemi applicati nel campo della medicina del lavoro e quella di agricoltore; produce castagne, kiwi, uva, pere e mele che vengono poi conservati in grotte sotterranee a 14 metri di profondità. Da oltre 30 anni riproduce e vende alberi di circa 250 antiche varietà di meli recuperati con la collaborazione di Marco Maffeo, famoso pomologo biellese. Ma soprattutto produce zafferano, la spezia più cara del mondo.

Ancora studente, nel 1986, per curiosità compra al mercato di Porta Palazzo a Torino una decina di bulbi di zafferano che mette nell’orto di casa.
Dopo 3-4 anni passa al primo campetto in campagna con un certo successo e poi amplia poco per volta le zone coltivate. Nel 2008 acquisisce alcuni terreni in ottima posizione ma da bonificare: “era un bosco di rovi altissimi con sambuchi, noccioli, castagni crollati e piante morte di ogni tipo - dice Enrico - ma io osservavo quei luoghi con occhi che guardavano lontano e ciò che vedevo era molto bello!”.
Nel 2011, con una parte del terreno ripulito, effettua alcune prove di messa a dimora dei bulbi con risultati più che soddisfacenti, per cui procede con bonifiche più estese. Dopo circa un anno e tanto lavoro riappaiono finalmente gli antichi terrazzamenti, abbandonati da oltre un secolo: il terreno è quanto di meglio si potesse trovare per lo zafferano, con alto tenore di sabbia e molto drenante. La bonifica quindi continua e le coltivazioni pian piano sostituiscono i rovi. Il primo risultato è già ottenuto: il recupero del territorio è qualcosa di visibile, concreto. E, dice Enrico, “è il mio territorio, il luogo in cui ho radici profonde e legami molto forti, e questo mi dà un’enorme soddisfazione”.



Quello che colpisce in Enrico è la determinazione, la pazienza. Niente è fatto per caso, tutto è frutto di anni di ricerche, prove ed errori che lo portano a realizzare il suo sogno. E veniamo così agli anni più recenti: nel 2015 crea il laboratorio per la gestione della sfioritura e dell’essicazione degli stimmi e dà il via alla collaborazione con una serie di realtà locali interessate all’utilizzo dello zafferano.
La prima di queste è la pasticceria Dolci Capricci di Coggiola che crea una pralina con il ripieno di cioccolato bianco e zafferano che ha fin da subito un successo strepitoso; a seguire viene poi realizzata una vera e propria linea di prodotti contenenti lo zafferano che vengono così a caratterizzare l’attività della pasticceria: le trecce, le lingue di gatto, il torrone, il panettone e un eccezionale gelato artigianale.
Negli ultimi due anni altre aziende locali iniziano ad utilizzare questo ”oro rosso” in alcuni loro prodotti: l’azienda agricola Ca’ nel Bosco di Portula, produttrice di formaggi di capra, realizza una toma allo zafferano; il birrificio Jeb di Trivero affianca alle sue 15 diverse tipologie di birre la nuova Gold Saffron Ale; l’Azienda Agricola Apistica Nicolini di Sostegno inizia a produrre un miele aromatizzato allo zafferano; il Frutteto di Bersej di Portula lo utilizza invece per le proprie confetture di pesche, per l’aceto di mele aromatizzato e nella produzione della gelatina di mele; il microliquorificio La Culma di Mezzana Mortigliengo crea un liquore dal delicato profumo denominato Safran.

Nello stesso periodo l’uso dello zafferano si diffonde e nuove tipologie di clientela si aggiungono: ristoranti, pizzerie, gastronomie e macellerie, prevalentemente del territorio biellese.
La domanda cresce ed Enrico deve farvi fronte: nel 2018 ha prodotto 0,500 kg di zafferano ma l’obiettivo per il 2019 è di arrivare a 0,800 kg. Quella che all’inizio era una sfida contro il degrado del territorio è diventata un’avventura imprenditoriale che ha generato una filiera di operatori e un po’ di nuova micro-economia in un territorio che ne ha necessità.

E per il futuro? La risposta di Enrico è stata: “nel 2019 cerco di consolidare la situazione, poi si vedrà: terra ne ho molta!". Poi però si lascia scappare che una parte di quella terra verrà coltivata a carciofi, un progetto che sta perseguendo con pazienza da circa 10 anni, che sta entrando nel vivo e di cui sentiremo presto parlare. Ma questa è un’altra storia.

Azienda Agricola Enrico Covolo
P.zza B. Sella, 24
Coggiola
tel. 347 2454335
ilvecchiomelo@libero.it

sabato 18 luglio 2020

LA LEGGENDA DEL RODODENDRO

RODODENDRI







Il nome del genere Rhododendron viene dal greco  " Albero delle rose " .

Un tempo i botanici chiamavano questo fiore " Balsamum alpinum "  per la ricchezza di sostanze balsamiche contenute nelle foglie .

In tedesco era identificato  " Donnerblum "    " o fiore di tuono "  perchè si credeva che attirasse tuoni e fulmini .


La leggenda della Valle Cervo  ;  Anticamente un giovane cacciatore venuto in montagna vide una fanciulla che lo colpì talmente da chiederla in Sposa .
La bella ragazza acconsentì , chiedendo come dono di nozze e prova di coraggio , un mazzo di fiori che cresceva su una roccia particolarmente difficile da raggiungere .
Il giovane cacciatore con non pochi sforzi riuscì a raccogliere quanto richiesto , ma al ritorno scivolò e precipitò in un burrone .
Dal suo sangue nacque così il  rododendro .

ACQUA BIELLESE - ITINERARIO MAESTRI D'ACQUA -

Se il Biellese è conosciuto in tutto il mondo come terra di lana, forse non tutti sanno che è anche terra di #acqua. Per questo l’acqua fa da fil rouge per scoprire le storie di questa terra, con i suoi primati industriali.
È seguendo il filo dell’acqua che si può giungere a visitare Casa Zegna, per scoprire la storia dell'azienda Ermenegildo Zegna, per cui l’acqua è lavoro e vita.
E poi ci sono vicende appassionanti come quella di FILA, marchio conosciuto in tutto il mondo, che nasce come stabilimento laniero vicino a Biella, da cui è nata Fondazione FILA Museum.
È sempre l’acqua purissima e leggera delle Alpi Biellesi protagonista della Birra Menabrea Official. E’ vicino all’acqua che nel 1846 nasce lo storico birrificio: il più antico attivo in Italia, raccontato da Casa Menabrea Museo della Birra e Casa Botalla Museo del Formaggio.
Museimpresa, in collaborazione con Touring Club Italiano, racconta Itinerari d’Impresa: viaggio nella bellezza dei nostri #territori e nel saper fare delle nostre #imprese.
#itineraridimpresa #MemoriaFuturo

Fondazione Sella, Loro Piana e Fondazione Pistoletto
Di dinastie tessili che detengono primati internazionali Biella è ancora più ricca.
Pensiamo ai Sella, che prima di diventare banchieri, accumularono la loro fortuna grazie alla produzione tessile da quando nel 1835 avviarono il lanificio, importando dal Belgio le prime strutture per la pettinatura della lana e della filatura. La Fondazione Sella, visitabile a Biella con il suo archivio, è impegnata nella valorizzazione culturale del territorio con pubblicazioni, convegni e mostre, una tra le quali fu proprio dedicata ad “Acqua e lavoro. 1200 anni di storia, attraverso documenti di archivio, del rapporto tra la forza motrice e il lavoro nel Biellese”. A testimonianza dell’importanza dedicata a questo elemento così vasto e “fluido”. Altra tappa di questo racconto non può che prevedere un’esperienza alle Terme Culturali alla Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella, in un percorso pensato per riattivare, grazie ai trattamenti, alle proprietà dell’acqua e dell’arte, “il muscolo atrofizzato della sensibilità”. Infine Loro Piana, marchio leggendario per il suo cashmere, oggi un must del lusso in tutto il mondo. Fu fondato nel 1924 da Pietro Loro Piana, la cui famiglia originaria di Trivero, era già attiva dall’Ottocento nel commercio della lana di qualità. Ma è il nipote Franco a fare il grande salto ed espandere la produzione nella Valsesia.
   
CASA ZEGNA

FILA MUSEUM
https://fondazionefila.blogspot.com/2020/06/fonti-lacqua-di-biella.html

MUSEO BIRRA MENABREA - BOTALLA -   ME.BO.


venerdì 17 luglio 2020

RETE MUSEALE BIELLESE

Rete Museale Biellese 2020

 
La Rete Museale Biellese riapre dal 28 giugno fino all'11 ottobre ogni domenica e a Ferragosto, con orario 14.30-18.30. 

Sono 27 i siti museali che partecipano all'edizione 2020:
- Archivio Lanifici Vercellone, Sordevolo
- Casa natale di Pietro Micca, Sagliano Micca
- Casa Zegna, Valdilana, loc. Trivero (con orario 11.00-17.00)
- Castello Vialardi di Verrone, Verrone
- Centro di Documentazione del Lago di Viverone, Viverone
- Centro di Documentazione sulla Lavorazione del Ferro, Netro          
- Centro di Documentazione sull'Emigrazione, Donato
- Ecomuseo del Cossatese e delle Baragge, Cossato, fraz. Castellengo (da domenica 5 luglio)
- Ecomuseo della Civiltà Montanara, Muzzano, fraz. Bagneri
- Ecomuseo della Terracotta, Ronco Biellese
- Ecomuseo della Tradizione Costruttiva, Sordevolo, Monastero della Trappa
- Ecomuseo della Vitivinicoltura, Candelo, Ricetto
- Ex Mulino Susta, Valdilana, loc. Soprana
- Fabbrica della Ruota, Pray
- FAI Collezione Enrico, Magnano (con orario 10.00-13.00 e 14.00-18.00)
- Lanificio Botto e villaggio operaio, Miagliano
- MeBo Menabrea Botalla Museum, Biella
- Museo del Bramaterra, Sostegno, fraz. Casa del Bosco
- Museo della Passione, Sordevolo
- Museo degli Acquasantini, Pettinengo
- Museo delle Migrazioni, Pettinengo
- Museo dell'Infanzia, Pettinengo
- Museo dell'Oro e della Bessa, Zubiena
- Museo del Territorio Biellese, Biella
- Oasi WWF Giardino Botanico di Oropa, Biella (con orario 10.00-18.00)
Palazzo Gromo Losa (da settembre 2020)
- Santuario di San Giovanni d'Andorno, Campiglia Cervo  

La Rete Museale Biellese è un progetto territoriale che si rinnova ogni anno dal 2012, intrecciando gradualmente un nuovo tessuto di relazioni tra molti attori culturali, pubblici e privati, e favorendo la condivisione di risorse per la valorizzazione dei patrimoni degli ecomusei, dei musei, dei castelli, dei palazzi, delle aree naturalistiche e di altri siti d'interesse del territorio biellese.

Dal 2012 al 2020 la Rete ha coinvolto 45 differenti realtà museali situate in 32 comuni, selezionando 189 operatori appositamente formati e remunerati per affiancare i gestori dei siti e garantirne un'apertura costante nel periodo estivo.
Nei primi otto anni, i siti della rete hanno ha registrato circa 117.400 visitatori.
Il progetto è proposto e coordinato dall'Ecomuseo Valle Elvo e Serra in collaborazione con l'Ecomuseo del Biellese, di cui è parte.Visitate virtualmente la Rete Museale Biellese sul canale YouTube, la pagina Facebook e il profilo Instagram
Per informazioni: http://www.atl.biella.it/rete

ALPI BIELLESI


https://alpibiellesi.mylanding.it/wp-content/uploads/2020/06/Guida-al-Turismo_Alpi-Biellesi.pdf
CONSORZIO ALPI BIELLESI


https://alpibiellesi.mylanding.it/wp-content/uploads/2020/06/Guida-al-Turismo_Alpi-Biellesi.pdf


mercoledì 15 luglio 2020

OLIO DI NOCCIOLE BIELLESI




Oro, argento e bronzo per l’olio di nocciole biellesi

Luca Ribotto, nell'azienda La Bessa di Magnano (Bi), coltiva nocciole per produrre olio, nocciole e creme spalmabili, produce frutta e verdura e alleva api .

LUCA RIBOTTO


NOCCIOLETO
Per il terzo anno consecutivo l’azienda di Luca Ribotto sale sul podio al Concorso Internazionale di Parigi “Oli dal mondo” organizzato dall’AVPA (Agence pour la valorisation des produits agricoles). Medaglia d’oro nel 2017, bronzo nel 2018 (nonostante l’annata sfavorevole per il clima) e argento quest’anno sono il giusto riconoscimento per chi ha dimostrato di credere nella “tonda gentile del Piemonte” rivoluzionando l’attività famigliare.

L’azienda è collocata nell’area della Riserva Naturale Speciale della Bessa, sito archeologico che nel II secolo avanti Cristo fu una delle più estese miniere a cielo aperto per l’estrazione dell’oro dalle sabbie aurifere.
La famiglia Ribotto è da sempre dedita all’agricoltura con coltivazioni di frutta (pesche, prugne, ciliegie, albicocche, fichi, fragole e frutti bosco) e di verdure, alle quali si affianca l’allevamento di animali da cortile: conigli, anatre, faraone, oche, polli e galline ovaiole.
Luca ha idee e ambizioni più grandi: cuoco diplomato all’Istituto Alberghiero di Trivero ha in mente di sviluppare l’attività, di avviare un agriturismo e di diversificare le produzioni agricole. Così, dopo aver fatto alcuni anni di esperienza in azienda e aver preso dimestichezza con il ruolo di imprenditore agricolo, nel 2001 decide di impiantare un piccolo noccioleto su un’area di poco superiore a 1 ettaro; nel 2012 viene acquisito un nuovo terreno di 6 ettari dove inizialmente viene avviata la produzione di farro e grano saraceno. Luca però è attratto dalle nocciole e dopo un po’ di tempo su questo nuovo terreno sostituisce la produzione di cereali con ulteriori piante che oggi superano le 4.000 unità.

Nel frattempo sviluppa l’agriturismo, coadiuvato dalla mamma Ornella e dal nipote Sebastiano, si dedica all’apicoltura e crea il laboratorio per la trasformazione dei prodotti. Oltre all’olio, l’azienda produce nocciolecreme spalmabili di cioccolato con nocciole, miele e ovviamente la frutta e la verdura che, con il pollame, vengono utilizzati nell’agriturismo. I prodotti vengono venduti direttamente al pubblico presso l’azienda e nei mercatini, mentre una buona parte della produzione di nocciole si indirizza ai laboratori di pasticceria e alle gelaterie.

Azienda agricola e Agriturismo La Bessa
fraz. S.Sudario, 30
Magnano (Bi)
tel. 015 679186 339 1018807
info@agriturismolabessa.it
www.agriturismolabessa.it
LABORATORIO

PRODOTTI